Alla scoperta di un inquietante segreto nell’olio extravergine e olio di semi: il nemico invisibile si nasconde dove meno te lo aspetti!

Stai facendo attenzione a cosa ci metti nel piatto? Forse è arrivato il momento di guardare più da vicino anche ciò che versi nella tua insalata. Una ricerca italiana ha scoperto qualcosa di sorprendente negli oli vegetali.

Gli scienziati nostrani hanno messo sotto la lente gli oli vegetali, inclusi gli oli d’oliva e di semi, trovando delle microspie non proprio gradite: le microplastiche. Questi ritrovamenti mettono in dubbio le nostre convinzioni sulla purezza di ciò che finisce sulle nostre tavole.

Le microplastiche sono frammenti sottilissimi di materiale sintetico, grandi meno di un chicco di riso, ma abbastanza invadenti da farsi strada ovunque. Persino nel nostro cibo. Un team dell’Università di Bologna ha scovato queste particelle invisibili ad occhio nudo in campioni di olio prelevati dall’Italia e dalla Spagna, tirando un campanello d’allarme per chiunque sia attento alla propria dieta e all’ambiente.

Lo studio su microplastiche ed oli

L’indagine ha messo in fila una serie di test ai raggi X dedicati a diversi tipi di oli, dal pregiatissimo extravergine d’oliva ai più comuni oli di semi, stipati in bottiglie di plastica PET o in quelle di vetro apparentemente più innocue. Si sono così susseguiti cinque step laboriosi per dare un volto e un nome a queste particelle nascoste.

Per cominciare, gli oli sono stati diluiti in un mix di etanolo e n-esano per scovare le microplastiche. Poi il tutto è stato frullato fino a diventare un unico liquido liscio in cui le particelle potessero galleggiare senza nascondersi. Un filtro super fine ha fatto il resto, trattenendo le microspie e permettendo agli scienziati di studiarle con tecniche all’avanguardia come la spettroscopia μ-FTIR, che sa dire tutto sulla loro identità.

Le conseguenze per noi e il pianeta

Ora tieniti forte: ogni litro di olio sembra contenere all’incirca 1140 di queste particelle di microplastica, principalmente fatte di polietilene e polipropilene, gli stessi materiali con cui sono fatti i contenitori che usiamo tutti i giorni. Non fa differenza che l’olio sia stato conservato in vetro o plastica, il che significa che queste sostanze potrebbero finire nei liquidi già durante la fase di produzione o d’imbottigliamento.

L’idea che possiamo mangiare involontariamente queste particelle è inquietante e non si sa ancora con certezza come possano influenzare la nostra salute nel lungo periodo. Non è solo una questione di benessere personale: queste microplastiche stanno già avendo un impatto drammatico sulla vita marina e sugli habitat naturali. La ricerca ci sprona a prendere sul serio il problema dell’inquinamento da plastica, non solo separando i rifiuti ma anche pretendendo che produzione e confezionamento degli alimenti siano più puliti e consapevoli. In ballo c’è il futuro del nostro ambiente, della nostra salute e quella delle prossime generazioni.

“Abbiamo solo una Terra, e il suo futuro dipende dalle decisioni che prendiamo oggi” – questo pensiero ci ricorda l’importanza delle nostre scelte quotidiane e il loro impatto sull’ambiente. La recente scoperta di microplastiche negli oli vegetali, inclusi quelli d’oliva, da parte di un team di ricerca dell’Università di Bologna, solleva nuove preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e sull’impatto ambientale del nostro stile di vita moderno.

Le microplastiche, presenti in una media di 1140 particelle per litro di olio, rappresentano non solo una minaccia per la nostra salute, ma anche un campanello d’allarme per l’industria alimentare e per le politiche ambientali. La ricerca dimostra che la contaminazione avviene indipendentemente dal tipo di imballaggio, suggerendo che il problema risieda nella produzione o nell’imbottigliamento. Questo ci obbliga a riflettere sull’urgenza di adottare pratiche più sostenibili in ogni fase della catena produttiva.

È fondamentale che aziende, governi e consumatori uniscano le forze per combattere questa forma di inquinamento. Dall’implementazione di tecnologie di produzione più pulite, all’introduzione di normative che limitino l’uso della plastica, fino alla scelta consapevole dei consumatori: ogni azione conta. La lotta contro le microplastiche negli alimenti è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere, per la salute del nostro pianeta e delle future generazioni.

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